martedì 7 ottobre 2008

Nouva AlfaRomeo Mi.To





La prima auto di cui analizzeremo pregi e difetti e’ l’ultima nata in casa AlfaRomeo: stiamo parlando della nuova Mi.To. Questa neonata e’ la piu’ piccola tra le vetture offerte dal gruppo del biscione e si prefigge l’arduo compito di catturare nuova clientela soprattutto tra i piu’ giovanni, magari non interessati in particolarmente al marchio, ma che cercano un auto che “piace” e che possa essere anche “sfiziosa” oltre che un comodo mezzo di spostamento. Per intenderci, chi compra Mini o la nuova 500.
Gia dal nome vuole subito far capire che e’ intenzionata a far parlare di se nella storia del marchio e non restare un semplice modello tra i tanti. Chi, infatti, non vorrebbe guidare un mito del biscione? Magari ripensando alle Alfa del passato oppure alla modernissima 8C Competizione? Ed e’ proprio da quest’ultima supercar che i designer hanno preso ispirazione riproponendo il grosso scudetto del marchio sul “naso” (caratterizzato dalla tipica griglia cromata), i fari anteriori a goccia e l’uso dei led per quelli posteriori. Altra particolarita’ della carrozzeria a 3 porte e’ l’assenza della cornice dei cristalli delle portiere, che conferisce un tocco di coupè e va a tutto vantaggio dell’accessibilita’.
La mito e’ lunga 4 metri e 6 centimetri e condivide il pianale con la Fiat Grande Punto, pero’ i tecnici AlfaRomeo sono intervenuti sul comparto telaio-sospensioni per garantire le caratteristiche dinamiche e di tenuta di strada che ci si aspetta. E da questo punto di vista la Mito sfodera il suo asso nella manica: il sistema Dna (Dynamic, Normal, All Weather). Questo e’ un sofisticato sistema di gestione elettronica che controlla la risposta del motore alla pressione sul gas, l’assistenza dello sterzo (dotato di servocomando elettrico) e la logica di intervento del controllo della stabilità.
La motorizzazione della nostra prova e’ la piu’ potente che viene offerta; il 1400 cc 4 cilindri e 16 valvole con turbocompressore accreditato di 155 CV e una coppia di 206 Nm. Lasciato in configurazione Normal, concede una sofficità di risposta per certi versi inattesa, con un’ erogazione corposa, ma piatta. Comunque ottima per muoversi nel traffico e contenere i consumi. Unica nota leggermente negativa e’ data dallo sterzo, per la prima volta dotato di servosterzo elettrico. Il comando ha una prontezza e una progressione apprezzabile pressoché in tutte le situazioni ma che sui tracciati più tortuosi appare sin troppo assistito, e che presenta qualche alleggerimento durante il riallineamento nelle fasi di rilascio del gas.
Ma e’ spsostando il manettino del Dna (ve lo ricordate?) sulla D che le cose iniziano a farsi interessanti: il motore cambia timbro e tira fuori un sound più grintoso, ma mai troppo invadente, viene attivata la funzione overboost che porta il valore di coppia massima fino a 230 Nm a 3000 giri, viene attivato il sistema Q2 che, tramite la centralina del controllo di stabilità (che diventa anche piu’ permissivo), aziona un differenziale elettronico e la servoassistenza dello sterzo diminuisce, per dare a chi guida una maggior sensibilità. Il tutto coadiuvato dall’ottimo lavoro delle sospensioni che, pur non essendo troppo mobide, riescono comunque a filtrare bene le asperita’ del manto stradale.
Tanta esuberanza e’ ben frenata da un impianto potente a quattro dischi (gli anteriori autoventilanti), capace di offrire decelerazioni intense e ben controllate. Solo il cambio, a 6 rapporti, potrebbe migliorare in quanto gli innesti sono un poco contrastati nell’utilizzo sportive e la leva ha una corsa un po’ lunga.
Esattamente all’opposto troviamo il comportamento della lettura in modalita’ “All Weather”, pensata per garantire la massima stabilita’ e trazione in caso di fondi con aderenza ridotta. Qui il controllo di trazione e lo sterzo attivo intervengono per contrastare sul nascere le possibili sbandate e anche la risposta dell’acceleratore (anch’esso elettronico) e’ piu’ morbida rispetto a quanto accade nelle altre modalita’.




Gli interni sono declinati secondo lo stile classico AlfaRomeo: troviamo infatti la strumentazione della plancia racchiusa in elemnti circolari disposti simmetricamente tra loro e un piccolo display centrale che fornisce tutte le indicazioni necessarie al pilota di turno. Anche i sedili hanno un look sportive e contengono bene il corpo durante le curve.
Una nota sui sedili: la mito e’ omologata per 4 posti e ha lo schienale del sedile posteriore non abbattibile in maniera frazionata; per viaggiare in 5 o per aumentare le capacita' di carico del bagagliaio di 270 dm3 bisogna attingere dalla lista optional e sezionare queste due, a nostro avviso indispensabili, aggiunte.


Per maggiori informazioni, vi rimando direttamente al sito del produttore
o se volete scaricare direttamente il pdf con tutti i dati della Mi.To

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